Era parecchio tempo che volevo visitare una città del Canada, e il road trip di quest’anno nel lontano Pacific North West me ne offriva la possibilità su di un piatto d’argento.
Il confine e Vancouver se ne stavano li a poco più di 200 km da Seattle, ed eccomi quindi!
Da anni Vancouver è sul podio delle città con la più alta qualità di vita, non nella top ten mi raccomando, ma tra le prime del mondo, ricordate questo dato. Sì, pensavo io, nonostante il clima freddo, la sua vicinanza all’Alaska e a poco più, ai suoi pochi abitanti…
Ora, dopo averla visitata in lungo e in largo, a piedi e in bicicletta, green come ogni canadese che si rispetti, e aver soggiornato in pieno Downtown, posso dichiarare apertamente che Vancouver non è la città che ti aspetti.
I. È una città Orientale. Camminando per le strade spesso cerchi i volti della gente, per vederne i tratti, cercare da uno sguardo di capire come vivono, cosa amano indossare, pensi a come potrebbero essere le loro case. Bene, a Vancouver 7 persone su 10 sono orientali! Tutti integratissimi, moltissimi di seconda o di terza generazione. Avrei potuto essere ad Hong Kong o a Shangai e sarebbe stata la stessa cosa. Vancouver si contende con New York e con San Francisco la più grande comunità cinese al di fuori della Cina delle Americhe, e a mio parere vince in quantità ma perde in qualità. Le ho visitate tutte e tre, e quella della città canadese è classificabile come uno dei posti più brutti che abbia mai visto: sporca, sciatta, case e negozi che sanno di stantio, riproduzioni di giardini zen di dubbio gusto.
II. È una città mutevole. È incredibile come passeggiando nel stesso quartiere girando l’angolo sia improvvisamente tutto diverso. I negozi, le persone, il modo di vivere cambia come quando fai scorrere veloci le diapositive. Prendiamo Downtown, quartiere fulcro di ogni grande città, ad esempio: la parte nord, quella più vicina al porto, per intenderci, è la zona dei grattacieli, degli uffici, delle istituzioni, bellissima nel suo epicentro Oceanic Plaza, ma scendendo verso sud di un paio di isolati sulla Granville, via dello struscio cittadino, ci si trova a fare lo slalom tra i senza tetto, i loro carrelli e materassi abbandonati, sporcizia e disadattati. In realtà niente affatto pericolosi o molesti, ma io per tutta la mia permanenza, mi sono chiesta come una società così evoluta, attenta al Wellfare , ai diritti come si proclama quella canadese, possa permettere che un numero così elevato di suoi cittadini versi in quelle condizioni inumane. Ho visto solo un centro di accoglienza a Gastown dove distribuiva o cibo e vestiti e gli addetti indossavano maschere e guanti per riuscire ad avvicinarsi. Indecente!
III. Non fa così freddo, il clima è piacevole e ci sono tantissime occasioni per attività all’aperto, dalla corsa alla bici ai pattini sul loro lungomare, il più lungo del mondo: 22 km! In compenso gli abitanti sono gentili ma abbastanza freddini!
IV. Il suo traffico è un macello, traffic jam mi sembra calzi a pennello. File, ingorghi, mille semafori e sensi unici. Non suonano mai il clacson e non sorpassano sulla destra ma è così sempre e ad ogni ora. Per non parlare del parcheggi, rari a bordo strada, tutti a pagamento e carissimi!
V. Se ne dovessi fare una fotografia ne verrebbe una di quelle analogiche di un tempo, tutta virata in verde azzurro. I suoi grattacieli e palazzi sono tutti sui toni del grigio e dell’azzurro, molta architettura anni ’60, intelaiature azzurrine e vetri fumé, e a nord dominata dalla grande macchia verde del bellissimo Stanley Park (link articolo del blog). Anche il suo mare tutto intorno alla bellissima baia è grigio verde. Insomma un ton sur ton ineccepibile.
Personalmente davanti alle vuote ricerche e statistiche ho sempre storto un po’ il naso ora ne ho proprio il puntiglio di capirne di più, perché non credo Vancouver ne meriti il podio.
Continua ……