#Spotlight Washington State: Olympic National Park

 

L’Olympic National Park, situato ad ovest di Seattle sulla costa più selvaggia e tagliente degli Stati Uniti, è una delle mete naturalistiche più importanti del pianeta. Fu creato addirittura da Franklin D. Roosvelt nel 1938, il parco vanta più di 300 km di foreste pluviali e fiumi selvaggi che ricordano la Terra di Mezzo di Tolkien.

Lake Crescent

Noi, avendo solo un giorno a disposizione da dedicargli, abbiamo circoscritto la zona da visitare nella parte nord del parco. La zona d’accesso più utilizzata è senza dubbio Port Angeles, cittadina attraversata dalla Hwy 101 per nulla interessante, se non per essere la città in cui visse e morì Raymond Carver, sepolto nel locale cimitero.
Il centro visitatori in cui potrete trovare le mappe del parco si trova in Race Street, e propri da qui parte la salita verso uno dei punti più incredibili del parco: l’Hurricane Ridge, la cresta degli uragani. Una lunga strada si inerpica per 17 miglia fino a 1615 m ma regala però una vista mozzafiato. Qui i cambiamenti climatici sono talmente repentini e violenti che pare sia uno dei posti favoriti dai “cercatori di tempeste”.

Ritornando sulla nostra 101 abbiamo raggiunto Lake Crescent, un vastissimo lago che è una meraviglia: l’acqua ghiacciata e blu riflette le nuvole che sulla vetta dei monti che lo circondano corrono veloci. E’ molto utilizzato dai pescatori e per le gite in barca o in canoa. Devo dire che nel parco in genere, e sulle sponde del lago in particolare, il clima non aiuta molto le attività acquatiche, ma deve essere bellissimo e da qui partono anche numerosi trails.

Abbiamo alloggiato proprio in riva al lago, in bungalow che sembravano la casetta delle favole! La scelta è stata azzeccata, perché il parco è talmente vasto, che dormire al di fuori avrebbe dilatato i tempi per gli spostamenti a dismisura. Occorre però prenotare molto tempo prima, tutti i parchi americani sono sold out da un anno con l’altro!

Log Cabin – Olympic Natl Park

Un’altra via da seguire limitandosi alla parte nord dell’Olympic è la Sol Duc River Valley, sul cui tragitto si trovano le Salmon Cascade, zona di risalita dei salmoni appunto, e che finisce al Sol Duc Hot Spring Resort, in cui anche i visitatori non ospiti del resort possono usufruire delle piscine termali per 12 $. La Sol Duc Valley infatti è ricca di sorgive di acque termali che hanno probabilmente il proliferare di alberi altissimi e prosperosi rispetto al resto del parco. Secondo una bellissima leggenda deli nativi americani, questo fenomeno geologico è il risultato della battaglia tra due pesci: quando nessuno dei due riuscì ad avere la meglio, entrambi si rifugiarono sotto terra a piangere, e le lor lacrime diedero vita alle attuali sorgenti.

Sol Duc River Valley

Nella parte sud, per chi ha più tempo, pare si trovi la foresta pluviale più bella di sempre, la Quinalt Rainforest, con alberi antichi quasi un millennio.
L’Olympic National Park è stata sicuramente una parte molto emozionante di questo viaggio, per la vastità, per i colori verde scuro, grigi ma anche illuminanti, le nuvole veloci e i cieli blu e l’aria frizzante, spesso ritrovati nello Stato di Washington.

Ora, capisco esattamente le storie, le vite di cui Carver voleva parlare nei suoi brevi racconti, concentrati sulla vita quotidiana in questi luoghi, un certo spaesamento, il bisogno di essere amati e protetti, forse anche dagli stessi boschi, la paura di perdersi, forse proprio tra questi sentieri, la paura della morte e la tensione del voler comunicare in un modo più sincero e reale.

Qui forse realizzi che la natura vince di nuovo…

OLYMPIC NATIONAL PARK

600 East Park Ave. Port Angeles WA

Negli ingressi con apposite chioschi 15 $ per veicolo e 5 $ a persona.

 

LOG CABIN

Seguire la strada per Lake Crescent ( circa 85 $ per una cabine con bagno in commune)